venerdì 4 marzo 2011

Le mezze stagioni al largo dei bastioni di Orione



Anche Blade Runner. Sequel, prequel, giochi. Insomma, ecco l’ennesimo barile con un fondo tutto da grattare. Poco da star sicuri davanti a dichiarazioni tipo “resteremo fedeli al film”. Excusatio non petita. C’è poco da indignarsi, è inutile gridare al sacrilegio. George Lucas lo fa da anni, ma almeno la gallina dalle uova d’oro è la sua. 

Invece noi poveri cinefili, che abbiamo registrato le VHS dalla tv, abbiamo comprato i dvd, li abbiamo ricomprati in edizione speciale e sostituiti con i Blu-Ray, noi che andiamo al cinema, che leggiamo le riviste e sappiamo anni prima (e non alla cassa del cinema) quali film usciranno e quando, noi che riconosciamo una comparsa in un film e passiamo mezzora a chiederci dove l’abbiamo vista rischiando di perderci la trama, noi poveri stronzi, insomma, che alimentiamo quest’industria con il cuore oltre che con il portafogli, dobbiamo assistere impotenti alla sua trasformazione peggiore. Le major cinematografiche fanno parte o sono diventate dei colossi di entertainment che spaziano dalla tv ai videogiochi alle app per i telefonini. 

Prendete la Sony: cinema, hardware, videogames: è ovvio che si muova in maniera organica, promuovendo al cinema il 3D per poterlo poi lanciare sui televisori e sulla Playstation. A scapito della qualità delle singole aree, ma a tutto vantaggio dei dividendi complessivi. Prendete la FOX: LOST ha mostrato che il cinema oggi si fa in TV. Con le serie, con i franchise. Ecco allora che arriva il quinto film sugli X-Men, quando i primi due bastavano eccome. Mentre la Sony dopo meno di dieci anni già riavvia Spider-Man per una nuova generazione di ventenni.  Mentre la Disney compra la Marvel, mentre la Marvel fa in modo che i fumetti siano allineati alle uscite cinematografiche, sincronizzando ad esempio colpi di scena e rinnovamenti del tutto inutili o peggio ancora fuori contesto, come le scellerate idee che hanno distrutto Spider-Man per renderlo più appetibile al pubblico cinematografico. Risultato: io sono scontento sia dei fumetti che dei film. Ma intanto i soldi glieli ho dati. 

Altra prassi avvilente: il riconoscimento a posteriori che effettivamente i sequel facevano schifo, con lo scopo di promuovere il nuovo sequel che – questo sì, signora mia- rispetta l’originale. Lo ha fatto Johnny Depp per il quarto Pirati (ma non mi pare che all’epoca fosse contrariato da Pirati 2 e 3, anzi), lo hanno fatto tutti per Indiana Jones 4 parlando del 5 e lo ha fatto Shia Leboeuf per Transformers 2. Ovviamente a proposito del 3. Ma un minimo di dignità, ogni tanto?   

E le idee? La qualità? L’arte? Super Mario? I Goonies? X-Files? Indiana Jones?  Si va verso un nuovo concetto di fruizione "convergente", che forse farà orrore a noi, ma sarà normale per chi oggi traffica con l’iphone senza saper ancora camminare in maniera dignitosa. Il valore di un prodotto sarà (è) misurato nella sua capacità di adattarsi alle diverse piattaforme di distribuzione. Brand al posto di titoli, e defenestrazioni di tutti i concept non "moltiplicabili". Una buona idea dovrà essere diluita su un certo numero di prodotti e assoggettata a certe strategie aziendali. Ecco perchè i film ad alto budget fanno quasi tutti schifo. Non sono film. Avete presente Iron Man 2? E' un trailer di due ore.
Il film sarà solo un pezzo del puzzle, magari quello principale, ma di certo non l’unico. Necessario, ma non sufficiente. Perchè bisognerà giocare al videogame per capire il passato dei personaggi o scaricare i contenuti online per approfondire le sottotrame. O guardare la serie per collegare il primo film al secondo. E riempire le pagine dei forum di stronzate (l’orso polare di LOST alla fine che c’entrava?), così anche gli operatori telco vedono qualche euro. Non mi piace, anzi mi fa schifo. Però ad arrabbiarmi farei le canoniche tre fatiche (in particolare la terza), e certo basterebbe guardare i candidati all’Oscar per miglior film per stare comunque tranquilli, anche se non bastano ottimi film drammatici per compensare la deriva di quelli leggeri.

La scintilla del genio riuscirà ad accendere qualche luce ogni tanto, non è che non ci saranno più film eccellenti anche tra i prodotti di entertainment. E prima o poi finirà anche lo sfruttamento dei vecchi capolavori, quando i concept moderni avranno saturato il mercato. La fase di transizione è in corso ed è dolorosa come ogni momento di crescita e cambiamento. La prima vittima è il cinema di intrattenimento, la seconda è il pubblico, che però si adatta facilmente. E, come dice Morgan, sceglie sempre Barabba. 

E noi poveri stronzi? Avremo sempre Parigi.

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