"Qualcuno ha chiesto al dottore se è credente?"
L'eletto (Michel Piccoli), però, ha qualche dubbio e, mentre lo psicoterapeuta chiamato in suo soccorso (Nanni Moretti) rimane "intrappolato" in Vaticano insieme ai cardinali, scappa a fare un giro per Roma per schiarirsi le idee.
Il caimano fu accusato di essere un film contro/su Berlusconi da chi non l'aveva visto ed anche poi da alcuni di quelli che lo hanno visto. Ma Berlusconi non è un'opinione, è un dato di fatto. Che l'Italia stia diventando un paese eticamente e socialmente da terzo mondo anche, ed Il caimano parla di quello: di una persona -che più lontana da Berlusconi non si potrebbe - vivere nell'Italia di oggi. Un pesce fuor d'acqua.
Così Habemus Papam non parla del Papa e non è un film contro la Chiesa, ma è un film sulla coscienza che ognuno di noi dovrebbe avere quando accetta o rifiuta delle responsabilità. Merce rara oggi, che tutti sono attaccati alle poltrone anche quando vengono scoperti a fare cose per cui non potrebbero più fare neanche l'amministratore di condominio, una persona che abbia l'umiltà di dire " no, non sono adatto. Ci penso un attimo e poi vi faccio sapere." La lente di ingrandimento che Moretti usa è quella di far diventare questa persona il successore di Pietro, ruolo ambito di enorme responsabilità, ma anche di privilegi.
Lo diceva Moretti stesso ne Il caimano: è sempre il momento di fare una commedia, anche quando non sembra. Senza mettere mai in ridicolo nessuno e certamente non le istituzioni ecclesiastiche, Moretti costruisce scene estremamente divertenti con l'ausilio di alcuni ottimi attori (Roberto Nobile, Renato Scarpa, Camillo Milli) chiamati ad interpretare i cardinali più in vista, in una situazione difficile che ne rivela il lato più umano e meno formale.
Troppo facile sparare sulla Croce Rossa del Vaticano travolto dagli scandali: fa bene Habemus Papam a tenersi lontano da queste scorciatoie.
Il tema del confronto aperto e sereno è un'altra tematica che nel film viene messa in risalto con decisione: dopo le tensioni iniziali, anche il decano dei cardinali e l'ateo materialista riescono a parlare di due visioni opposte della vita, restando ciascuno della propria opinione senza per questo mancarsi di rispetto o smettere per questo di riconoscersi come degni interlocutori.
Moretti non propone l'assenza di senso della vita del darwinismo come alternativa alla Provvidenza (tanto per citare una recensione letta in rete): quello scambio di battute è come l'intero film. Pensare che Moretti stia davvero parlando del Papa e del senso della vita significa aver guardato il dito che indica la Luna e non aver capito molto di Habemus Papam. Se l'idea fosse venuta a Woody Allen, avremmo visto, allora sì, un film estremamente pessimista e intriso di quel nichilismo e che sta rovinando la sua produzione più recente. Diverso è il percorso che Moretti ha preso, dopo tanti film autobiografici ed incentrati su se stesso personaggio/autore/attore. Guardando fuori di sè, Moretti vede un'Italia in rovina, che deve ricostruirsi dal punto di vista morale prima che culturale e politico. Habemus Papam riprende il discorso de Il caimano su questo aspetto fondamentale, cambiando punto di vista e tono. Uno dei migliori film italiani degli ultimi anni, scommetto che a Cannes sarà apprezzatissimo.
Habemus Papam è un film maturo, divertente, spiazzante per i fan di Moretti ma proprio per questo aperto a tutti. Visto il contenuto, sarebbe stato assurdo il contrario.
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