venerdì 29 luglio 2011

Si vede dal trailer

Torna la mia rubrica preferita del mio stesso blog...che c'è di strano...anche al cinema la cosa che preferisco sono i trailer!


50/50

Potrebbe scadere nel melenso-sentimental-drammatico e già parte fregato in partenza: muore? devi piangere per forza, non muore? ecco il solito lieto fine americano. Però Seth Rogen e soprattutto Joseph Gordon-Levitt possono trovare il giusto modo di portarselo a casa...



Hugo

Riuscirà almeno Martin Scorsere a fare qualcosa con il 3D? Non so, però il film sembra proprio bello. E non c'è neanche Joe Pesci che fa il matto. E Chloe Moretz è sempre più stupenda.



Moneyball

Per la serie "da grande voglio fare Robert Redford", Brad Pitt a caccia di Oscar, credibilità e american dreams



Happythankyoumoreplease

Te farai pure crescere la barbetta, ma sei e rimani TED MOSBY!!! Riuscirà a Josh Radonor lo stesso mini miracolo di Zach Braff con Garden State?

giovedì 28 luglio 2011

STAR WARS HD Count Down: - 46

Si avvicina la data fatidica....e questo video girato per la promozione di Cowboys & Aliens mi fa venire in mente due cose: la prima, che Star Wars è più usato di Topolino e dei Beatles nella cultura popolare, la seconda, che Han Solo, pure da vecchio, è sempre Han Solo e quanto sarebbe bello rivederlo (a parte l'orecchino)...

African Cats



Giusto una segnalazione per questa serie di splendidi documentari prodotti dalla Disney. Dopo Earth, arriva sui nostri schermi anche African Cats (peccato che Born to Be Wild non ce l’abbia ancora fatta, è di gran lunga il più originale). Vero è che –come dice Mary – di documentari sui felini ce ne sono di migliori, ma è anche vero che al cinema la produzione National Geographic non arriva e l’impatto delle riprese in HD (e 3D) su uno schermo cinematografico ha un effetto semplicemente mozzafiato.


L’edizione italiana è impreziosita dalla voce narrante di Claudia Cardinale, riesumata per l’occasione ed evidentemente non più in grado di articolare bene le frasi e accordare le desinenze. Dopo lo scambio James Earl JonesPaolo Bonolis per Earth, al posto di Samuel L. Jackson (nell'edizione americana) un’altra scelta infelice. Comunque, un dettaglio.

Se vi capita, non lasciatevelo sfuggire (tra l’altro African Cats si apre con il trailer del ritorno in sala de Il Re Leone, che è un’ottima notizia).



martedì 26 luglio 2011

Capitan America - Il Primo Vendicatore


"Yo no soy marinero soy capitan soy capitan soy capitan"

Quando leggevo Capitan America & Thor, che in Italia negli anni Novanta venivano pubblicati nello stesso mensile, ci provavo spesso, ma non ci riuscivo mai. Mentre Thor letteralmente mi rapiva, Cap, vestito della bandiera a stelle e strisce, incarnazione dei valori e del sogno americano, insomma, retorica allo stato puro, era di una noia mortale.Utilizzato come strumento di propaganda negli anni quaranta (cosa che viene ripresa nel film in maniera molto efficace ed ironica), il personaggio di Capitan America venne riciclato negli anni sessanta dalla Marvel e messo a capo dei Vendicatori. E' il Topolino del supereroi, è un militare, un capo, è un atleta, è bello e biondo e vince sempre, non ha superpoteri interessanti, non ha superproblemi coinvolgenti, combatte i terroristi nazisti invece – che ne so – del padre del suo migliore amico che gli ha pure ucciso la ragazza oppure Loki il dio dell’Inganno. Ma volete mettere? Insomma tra me e Capitan America non c’è mai stato feeling, in più mi rodeva spendere tremila lire e leggere solo metà fumetto.


 La storia è quella del gracile Steve Rogers (Chris Evans), che da scarto dell'esercito diviene  - complice un doping tipo quello che davano a Del Piero negli anni Novanta - icona e condottiero degli americani contro i nazisti nella Seconda Guerra Mondiale, prima di ritrovarsi fuori dal suo tempo alla guida dei supereroi più potenti della terra (i Vendicatori, per l'appunto, che poi secondo me proprio i più potenti non sono ma lasciamo perdere). Nel film si narra la storia delle origini di Cap, incorniciata da due brevi sequenze ambientate ai giorni nostri che lanciano (in maniera piuttosto goffa e con ellissi narrative assolutamente incomprensibili) il film de I Vendicatori dell'anno prossimo.  

Accanto a Chris Evans - scelta inizialmente sorprendente, ma convincente una volta vista la storia che si è scelta di raccontare - Hugo Weaving, Stanley Tucci e Tommy Lee Jones allargano il numero di attori eccellenti che hanno accettato palesemente di far parte del progetto Marvel per gli zeri sull'assegno più che per il ruolo, mentre Hayley Atwell può finalmente mostrare al grande pubblico la sua strabordante carrozzeria (che da queste parti era già stata notata ai tempi di The Duchess, in cui risaltava nel confronto con gli spigoli di Scucchiona Knightley). Come recita? Lei non saprei, ma se le sue tette non prendono l'Oscar come attrici protagoniste, è tutto un magna magna.

Fin qui, è evidente che ancora non ho detto un cavolo che non si possa leggere anche su un articolo di Mereghetti ( a parte che non credo leggesse fumetti negli anni Novanta). Il motivo è semplice: tentenno. Il disappunto che mi pervade nel vedere come questa serie di adattamenti cinematografici dei miei fumetti preferiti sia stata progettata a tavolino, ed a discapito anche della qualità del prodotto cinematografico, per fungere da cassa di risonanza per tutto il brand Marvel nei confronti di un pubblico generalista mi fa incazzare e mi spinge a stroncare senza mezzi termini anche Capitan America, che invece è un film godibile e decentemente autoconsistente, nonchè il migliore della serie (ci voleva poco, d'altronde). E' tutto affrettato fastidiosamente e l'impianto estetico -coerente con quello di Iron Man e Thor - continua a non convincermi, aumentando la sensazione generale di pochezza e superficialità, ma almeno il film ha i suoi momenti.

L'anno prossimo, neanche a farlo apposta, I Vendicatori (Thor  + Iron Man + Hulk + Capitan America) se la vedrà nelle sale con Batman 3 di Christopher Nolan. Vedremo se il pubblico darà ragione alla vacua giostra Marvel o alla serie che ha dato dignità al comicmovie con due capolavori assoluti. (ma come disse Morgan, il popolo sceglie sempre Barabba... )




martedì 19 luglio 2011

Not In Kansas su Facebook!


In quest'epoca irrimediabilmente multimediale, non poteva mancare la pagina ufficiale di Not In Kansas su Facebook. Voglio dire, c'è la pagina di Brunetta, possiamo mancare noi (plurale maiestatis), che almeno un servizio tentiamo di darlo? 

Visto che sono convinto che ogni mezzo va sfruttato per quello che può dare e non solo per essere un altro avatar mutimediale collegato a tutti gli altri a generare spam, su Facebook ci saranno contenuti DIVERSI da quelli del blog...ed ecco quelli che sono già online:

  • segnalazioni quotidiane sulle proiezioni delle arene estive romane
  • galleria di foto dei cinema del mondo che visito (è un lavoraccio, ma qualcuno lo deve pur fare)
  • galleria delle locandine dei film recensiti sul blog con link alla recensione   
  • galleria di foto curiose e divertenti legate al cinema
  • LA COSA PIU' IMPORTANTE: LE REGOLE DI BUONA CONDOTTA AL CINEMA! scaricate, diffondete, allegate, condividete!!! Sconfiggiamo la piaga della maleducazione...almeno in sala!

Vi aspetto!!!

lunedì 4 luglio 2011

Harry Potter e gli Sceneggiatori Babbani



" (...) il guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro" (Albus Silente)

Siamo alla fine di una lunga saga cinematografica, una delle più importanti degli ultimi anni, una delle più lunghe della storia. Il film di Harry Potter e la Pietra Filosofale uscì nel 2001, dopo che già quattro libri erano stati pubblicati. Sarà un caso, ma i libri dal primo al quarto sono uno meglio dell'altro, cosa che non si può dire dei libri successivi, usciti in piena Pottermania, tra cui salvo solo il sesto e in parte il settimo, per l'ecatombe.
Per dare un'idea di cosa è cambiato in questi dieci anni, ricordo perfettamente che si parlava di modificare sostanzialmente l'ambientazione per i film, perchè si temeva non avrebbero avuto successo.

Il 2001 era un anno lontano dal 3D, in cui iniziava un altro fenomeno tratto da libri (Il Signore degli Anelli) e in cui la Pixar e la Dreamworks si affermavano definitivamente con Monsters e Shrek, di supereroi se ne vedevano pochi. Era già tempo di remake e sequel (Il Pianeta delle Scimmie, Hannibal, Jurassic Park 3, La mummia 2) ma non ancora di raschio del barile. Il cinema era diverso, ma anche il resto: le torri gemelle ancora in piedi, ad esempio, fanno pensare ad un'altra epoca.

Mancano dieci giorni all'uscita dell'ottavo film. Il settimo libro è stato diviso in due perchè ora va di moda, non per reale necessità. E' lungo, ma allora perchè ridurre ad un melò Il Principe Mezzosangue o amputare Il Calice di Fuoco, invece di ridurre al minimo la prima parte de I doni della Morte e condensare tutto? La risposta è ovviamente da trovarsi nella volontà di massimizzare i guadagni con il colpo di coda finale (per di più in 3D). I calcoli sono facilissimi.

Ho letto Harry Potter e la Pietra Filosofale d'un fiato, incapace di chiuderlo, molto prima che uscissero i film. Non ho visto al cinema I doni della Morte (e meno male) e, dopo averlo appena recuperato in dvd, non so ancora se andrò a vedere la seconda parte, considerata la mia delusione e la mia pazienza minata eccessivamente dagli ultimi blockbuster (Pirati, Cars, Transformers). In parte ciò è dovuto al fatto che conosco la storia, in parte al fatto che una saga lunga otto film stanca a prescindere, ma credo anche che ci sia dell'altro.

A dieci anni e sette film di distanza su otto, si può iniziare tracciare un bilancio di questo fenomeno. Nonostante l'enorme successo di pubblico, non si può certo dire che la saga di Harry Potter sia stata adattata nella maniera migliore per il grande schermo. Dal punto di vista artistico, si può parlare tranquillamente di occasione persa, visto che l'esperienza cinematografica non è minimamente paragonabile a quella letteraria. Lo è raramente, si sa che "era meglio il libro", però è anche vero che raramente il soggetto di un libro si è prestato così naturalmente ad un adattamento cinematografico ed ecco perchè si poteva e doveva fare meglio. Dopo il primo film, il marchio si è venduto da solo e ancora continua, ma qualcosa è cambiato e di certo non in meglio. La necessità di adattare una trama sempre più complessa ed episodi sempre più lunghi hanno reso il compito degli sceneggiatori molto difficile (va riconosciuto) ma le scelte prese sono state sempre molto discutibili e, nel complesso, hanno reso Harry Potter un'esperienza trascurabile. Invece che la scelta giusta, si è presa quella facile, tanto per citare.
Mi affido ai ricordi, per mancanza di tempo, andando a ritroso. 

Harry Potter e i Doni della Morte parte I: a parte l'ultimissima parte a Villa Malfoy, non si capisce come faccia a durare oltre due ore un film in cui fondamentalmente non accade nulla. E' evidente che tutto accada nella seconda parte, il che rende questo film abbastanza inutile, decisamente noioso e ripetitivo (l'ennesimo litigio tra Ron ed Harry...).

Harry Potter e Il Principe Mezzosangue: il peggior adattamento. Si nota che nel tempo la Rowling ha allentato le pretese di controllo, altrimenti non si spiega come il libro più bello sia stato trasformato volutamente  in un banale episodio di Dawson's Creek. Imperdonabile.

Harry Potter e l'Ordine della Fenice: qui il discorso è complesso. Il libro fu il primo della serie ad uscire dopo l'esplosione mondiale della pottermania e soffre - rispetto ai quattro precedenti - un'eccessiva lunghezza e l'essere costruito intorno all'annuncio che un personaggio cardine sarebbe morto. Insomma, il libro è una palla mortale: evidentemente JK era troppo impegnata a contare le sterline. Il film, ahimè, non è da meno, riuscendo persino a tagliare l'unica cosa veramente bella del libro, ovvero la rivelazione sulla profezia riguardante Neville.

Harry Potter e il Calice di Fuoco: forse il miglior film, nonostante i pesanti tagli. L'equilibrio tra adattamento, fedeltà allo spirito originale e spettacolarità rende Il calice di Fuoco il film più completo e divertente di tutti. Le scene del torneo sono bellissime.

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban: dopo lo scolastico Columbus, la mano di Alfonso Cuaron rende la saga interessante dal punto di vista estetico, ma la pecca in fase di script con l'omissione dei dettagli sul passato del padre di Harry è un po' eccessiva e non necessaria. Resta al di sotto del libro, ma si lascia guardare.

I primi due film, di Chris Columbus, hanno il merito di una trasposizione fedelissima, soprattutto a livello iconografico, dei libri. E' evidente la supervisione di JK Rowling, ed era sorprendente all'epoca la rispondenza tra quello che si era immaginato leggendo e quello che si vedeva sullo schermo. Essendo i primi due libri relativamente semplici rispetto ai successivi quanto a intreccio, gli elementi sacrificati nella trasposizione sono pochi e superflui (Pix su tutti, nel primo libro). Tutto sommato, sono film assolutamente godibili ed onesti, benchè senza particolari picchi, soprattutto per chi già conosce la storia.

Ho deciso, non vado. Forse.