giovedì 30 dicembre 2010
Remake
Not In Kansas Awards 2010: IL MEGLIO
mercoledì 29 dicembre 2010
Not In Kansas Awards 2010: IL PEGGIO
9) Fuori Controllo di Martin Campbell
Uno dei peggiori film che ho visto negli ultimi 29 anni. Brutto quasi quanto Un Alibi Perfetto con Michael Douglas dell'anno scorso...va bene che da brutti film nascono recensioni divertenti, però c'è un limite a tutto...
8) Nine di Rob Marshall
Cast stellare e due palle così. Il tipo di musical che proprio non mi va giù, con un sacco di attori italiani a fare particine squallide di contorno.
7) Brotherhood di Nicolo Donato
Quattro barzotti per un danese. Nazisti. Gay.
6) Dog Sweat di Hossein Keshavarz
Di certo non ha sudato lo sceneggiatore, che però è un cane. In Iran i giovani vivono normalmente. A parte che non ci credo, comunque STI GRANDISSIMI CAZZI: se non succede niente, che c'è da raccontare?
5) I want to be a soldier di Christian Molina
Valeria Marini. Recita. In INGLESE. Però il bambino che le dice "non sembri una maestra, sembri una troia" vale lo strazio del film ( o quasi).
4) L'uomo nell'ombra di Roman Polanski
Ammetto che questo forse non l'ho capito io, viste le critiche entusiastiche di mezzo mondo. Però obiettivamente la storia non sta in piedi.
3) Somewhere di Sofia Coppola
Film ad uso e consumo delle superstar di Hollywood stressate e depresse per il troppo benessere. Sofia, hai rotto le palle. Ma veramente.
2) Indovina chi sposa Sally di Stephen Burke
Pessimo esempio di contaminazione di comicità americana ed inglese, non si ride mai. E Sally Hawkins è insopportabile.
1) Avatar di James Cameron
Riporto integralmente la mia recensione: che cazzata.
Non è cinema, è uno spot alla tecnologia. Si vede meglio su un bel monitor full HD che al cinema, ma non c'è sostanza comunque. James Cameron è George Lucas senza idee.
The Winner is....
0) il 3D Un anno di film pietosi, emicranie, prezzi maggiorati e colori alterati, e neanche un film che ne abbia giovato. Speriamo passi in fretta questa moda...Per Ritorno al Futuro c'era la coda al cinema, a qualcuno sarà venuto in mente che forse un buon film è meglio?
CATEGORIA DELUSIONE dell'anno, ecco i vincitori:
Rispetto ad altri film di Luchetti, mi è sembrato meno sincero ed efficace. Ma sono gusti. Poi Germano ha un po' rotto.
CATEGORIA PEGGIOR ADATTAMENTO DI TITOLO
Per questa categoria entrano necessariamente in gioco anche film che non ho visto, ma di cui ho potuto disprezzare il titolo. Sicuramente qualcosa mi è sfuggito o il mio cervello lo ha rimosso per decenza.La nuova moda degli adattatori di titoli, dopo le ipotetiche (Se mi lasci ti sposo, Se scappi ti sposo, Se mi sposi ti sposo eccetera): cambiare il titolo ma lasciarlo in americano. Perchè è più cool e produce un income di revenues maggiore del target. Provinciali.
4) Indovina chi sposa Sally (Happy Ever Afters)
Già il film fa cagare (o cacare, tanto fa schifo sia a Roma che a Milano), poi si sono inventati questo misto pessimo che ricorda Indovina chi viene a cena, Harry ti presento Sally, ma che rientra nella consueta prassi A) di rivolgersi allo spettatore, B) di coniugare nel titolo il verbo sposare. Con l'aggravante che Sally NON è un personaggio, bensì il nome dell'attrice.
3) Piacere sono un po' incinta (The Back-Up Plan)
Scelgo questo in rappresentanza di tutte quelle commedie romantiche stantìe come il pandoro di Guido che dal 2006 è nella credenza di casa, che si distinguono, in originale, solo per l'atroce attrice protagonista ed il titolo. Che in Italia inevitabilmente diventa uguale per tutte. Così dopo un po' di tempo non ricordi più se è a Jennifer Aniston che sono cresciuti i baffi o a Jennifer Lopez che è cresciuto il naso.
2) Un weekend da Bamboccioni (Grown-Ups)
Ma fra venti anni, quando - sperabilmente - il ministro Brunetta e Padoa Schioppa saranno solo un vecchio ricordo sbiadito, chi saprà spiegare questo titolo? Probabilmente non ce ne sarà bisogno, visto che non credo sia un capolavoro, ma solo l'ennesimo esempio di autoerotismo cinematografico di Adam Sandler. Comunque, pessimo titolo.
1) We want sex (Made in Dagenham)
Questo vince a mani basse: non solo SEX è scritto a caratteri cubitali sulla locandina, tanto da far pensare a quantità di amplessi degne di un porno, ma ricade anche nella categoria della traduzione in un'altra frase inglese. Inoltre, è un raggiro bello e buono: il film parla della battaglia delle lavoratrici per la SEX EQUALITY, da cui lo slogan We Want Sex Equality, da cui il titolo italiano, che dimentica furbescamente la parola chiave. Comunque, chi si lascia infinocchiare se lo merita.
La cosa peggiore vista al cinema, anche quest'anno, resta la gente, dalle cassiere agli spettatori. Così maleducati, così soprendentemente imbarazzanti da far impallidire qualunque sceneggiatura e qualunque effetto speciale. E purtroppo, sono in 3D (4, considerando gli odori...). C'è di che vergognarsi, stiamo diventando un popolo da terzo mondo.
A presto con il meglio del meglio del meglio........
Quale gobba?
martedì 28 dicembre 2010
See Mike Draw e il 3D
giovedì 23 dicembre 2010
American Life
martedì 21 dicembre 2010
L'esplosivo piano di Bazil
lunedì 20 dicembre 2010
La Bellezza del Somaro
martedì 7 dicembre 2010
Rapunzel
Nowhere Boy
lunedì 29 novembre 2010
Ma che è morto sul serio?
(1915-2010)
Ciao caro Mario, adesso finalmente li potrai dirigere di nuovo. Divertiti. Ti dedico il funerale del Perozzi.
Scott Pilgrim vs. The World
Negli ultimi anni, i videogiochi hanno assunto una seriosa veste cinematografica, per cui la profondità e la coerenza interna della storia sono aspetti tanto importanti tanto quanto la giocabilità. Ma ci siamo mai chiesti come ha fatto un idraulico italoamericano di Brooklyn a finire nel regno dei Funghi? E a sparare palle di fuoco? E poi perché si chiama Mario sia di nome che di cognome? E la principessa, perché è l’unica umana del regno dei Funghi? Non sarà lei, l’usurpatrice? Ecco, ora chiediamoci anche perché non ce lo siamo mai chiesto. La risposta però è semplice: non c’è bisogno di coerenza drammaturgica, se lo scopo è divertirsi, se il divertimento è così totale ed immediato. Oggi sembra che senza una storia degna di Dostoevskij (a cui viene dedicata almeno mezzora prima dell’inizio effettivo del gioco), neanche i personaggi dei videogiochi possano essere credibili. Per non parlare dei tasti che ci vogliono per farli muovere. Scott Pilgrim vs. The World è uno dei film dell’anno (lo dice Empire, mica io). In quanto tale, a Roma la programmazione serale c’è solo alla Sala Troisi, in cui ogni cinque minuti trema tutto per il passaggio del tram o dei Tremors. All’UGC di Porta di Roma, solo lo spettacolo della mattina, a Parco Leonardo, solo alle 14.05. (Harry Potter ha venti spettacoli da una parte, ventitrè dall’altra, e poi si strilla al record di incassi: se non c’è altro da vedere, è ovvio che i soldi finiscano tutti là. ) Michael Cera è Scott Pilgrim, indolente e immaturo ventenne che vive tra videogames, avventure sentimentali deludenti ed il suo gruppo rock. Quando conosce Ramona, viene catapultato in una disfida mortale contro la Lega del Malvagi Ex della ragazza, sette loschi e pittoreschi individui che lo sfidano a suon di colpi speciali degni di un picchiaduro da bar anni novanta. Per conquistare definitivamente il cuore della ragazza, Scott non può sottrarsi ai duelli, che lo porteranno davanti all’ultimo e più pericoloso ostacolo: se stesso. Piatto come Super Mario Bros, violento come Street Fighter II, ripetitivo come Pac Man, Scott Pilgrim vs The World è il film sui videogiochi che aspettavamo da tanto tempo. Scott Pilgrim è un personaggio dei videogiochi (anni ottanta): va avanti, combatte, va ancora avanti, combatte. Fino all’ultimo livello, per salvare la principessa: sembra molto più Paper Boy o uno dei draghetti di Bubble Bobble piuttosto che il protagonista di Assassin’s Creed o di Heavy Rain, : da un momento all’altro, combatte con poteri del tutto irrealistici e che neanche sa di avere. E quando finisce, ricomincia a fare quello che stava facendo come se niente fosse. Portando al cinema quella logica geniale che ti faceva impersonare in Mario, Ryu e Sonic negli anni Ottanta e Novanta, Scott Pilgrim vs The World riesce dunque nell’obiettivo fallito dai tanti film ispirati a videogiochi, coniugare sul grande schermo cinema e games. Grattando sotto la superficie, questo film è un’evidente metafora della crescita (a scoppio ritardato) e della fuga dolorosa dall’adolescenza, di ciò che si lascia indietro e ciò che si può e si deve portare avanti. Ma in questo caso, la confezione è talmente scintillante e divertente che grattare la superficie non è necessario per dare un voto alto al film. Ad impreziosire il tutto, una colonna sonora rock grezza e incazzata come non se ne sentivano da tanto, non a caso curata da Nigel Godrich, produttore dei RadioHead. Scott Pilgrim vs. The World forse non piacerà a tutti, ma senza dubbio è dedicato a quelli che da piccoli avevano i gettoni contati e dovevano dividerseli tra Mexico 86, Street Fighter II e Daytona USA, a quelli che seppur malvolentieri si affidavano al tipo losco della sala giochi che sapeva sconfiggere il mostro, a quelli che oggi impazziscono se possono giocare a Pac-Man o Tetris sull iPhone e che se pensano a Super Mario, lo vedono sempre e comunque di profilo.
Game Over
Insert Coin
mercoledì 17 novembre 2010
Porco Rosso
Il regno di Ga'Hoole
martedì 16 novembre 2010
L'illusionista
giovedì 11 novembre 2010
Unstoppable - TOP 10 scene con i treni
10) Indiana Jones e L'ultima Crociata Metà dell'iconografia di Indiana Jones (cappello, frusta, paura dei serpenti...) nasce nell'antefatto de L'Ultima Crociata, quando un giovane Indy (River Phoenix) lotta su un treno contro una squadra intera di ladri di reperti archeologici. 9) Non ci Resta che Piangere Il treno è fondamentale in questo film: all'inizio, Mario e Saverio si stancano di aspettare i sei-sette treni dello smistamento e prendono la strada laterale...alla fine, un altro treno. La scena finale di Non ci resta che piangere è favolosa, ma ancora di più lo è pensare che un Leonardo da Vinci apparentemente non sveglissimo sia riuscito a costruire un treno nel 1500 a partire dalla spiegazione di Benigni...
8) Toy Story 3
La miglior scena d'azione dell'anno e la miglior scena iniziale, Woody contro il temibile Mr Potato lanciati su un treno diretto verso un burrone. L'inizio perfetto per rientrare nel mondo di Toy Story. 7) Ritorno al Futuro III Problema: la Delorean è a secco, i cavalli non ce la fanno a trainarla fino a 88 miglia all'ora. Cosa può spingere la macchina del tempo nel vecchio West di Hill Valley se non una locomotiva? Come sempre, Marty e Doc trovano il modo di ridursi all'ultimo respiro della loro unica chance, stavolta su un treno a vapore. 6) Bananas Woody Allen contro un giovanissimo Sylvester Stallone. Non c'è storia? non è detto...basta avere il giusto tempismo! O forse no.5) Stand by me La scena del treno sul ponte è da brividi, in un film sull'amicizia e sull'infanzia che finisce. Bellissimo. Ehi, ma quello non è WILL WHEATON????? 4) Amici Miei (grazie Mary) Me la stavo per dimenticare, ma effettivamente la scena degli schiaffi alla stazione è geniale. Dalla prima volta che l'ho vista, ho sempre avuto il desiderio di provarci, bisogna solo trovare il treno giusto.
3) A qualcuno piace caldo Josephine e Daphne nel vagone notte con un'intera orchestra femminile, capitanata da Zucchero Kandinski / Marilyn Monroe. Chi porta il ghiaccio? 2) A Hard day’s Night I Beatles, dopo esserci saliti per miracolo scampando al delirio delle fans, portano scompiglio su tutto il treno e fanno la conoscenza del terribile nonno di Paul. C'è il tempo anche per una canzone... And the winner is.....1) Febbre da Cavallo Sandokan e gli spicci, più la Mandrakata più faticosa di tutte.
"E quante carozze ce saranno?" "E che no, quanno finisce er treno se fermamo!!" "E certo, che se famo corre appresso dar treno?" Gran premio della giuria: Galaxy Express, decisamente il più bel treno prestato alla fiction di tutti i tempi. Il modo in cui decolla dal binario interrotto è una delle immagini più suggestive dell'animazione giapponese che io ricordi. Grazie a filmscoop.itThe Social Network
mercoledì 10 novembre 2010
La scuola è finita e gli insegnanti cinematografici
Frase chiave: "Che vi insegnano in questo posto?"
venerdì 5 novembre 2010
Festival di Roma 2010: la BOTTOM FIVE (e altre considerazioni sparse)
giovedì 4 novembre 2010
Festival di Roma 2010: la TOP FIVE
3. Las Buenas Hierbas Struggente ed originale, il film messicano di Maria Novaro ti resta attaccato addosso. Un film “da festival”, che non avrei mai visto altrove, neanche pagato. E' il bello dei festival, la sorpresa di certi film e di un certo cinema "invisibile". Consigliatissimo.
4. Boardwalk Empire Il pilota, fantastico, è diretto da Martin Scorsese , che produce insieme a Mark Wahlberg una nuova serie sulla criminalità organizzata degli anni Venti.
Uno Steve Buscemi in grande forma è il protagonista Nuckie Thompson, politico corrotto di Atlantic City alle prese con i giovani gangster Lucky Luciano ed Al Capone. Sarà un classico se rimane sui livelli cinematografici dell'episodio pilota, ma dobbiamo aspettare gennaio per la versione italiana (su Sky).
5. Nausicaa della Valle del Vento La retrospettiva su Miyazaki l’ho saltata quasi tutta, purtroppo. Orari strani, altri impegni…ma questo no, è il film più vecchio, il manifesto dello Studio Ghibli e, non so perché, ho sempre avuto una strana curiosità per questo film, le cui immagini mi colpirono da piccolo quando le incontrai per la prima sulle riviste di fumetti giapponesi. Finalmente l’ho visto e mi è piaciuto.Seguirà la Bottom Five...
(grazie a Best Movie e MS)
giovedì 28 ottobre 2010
Wall Street - Il denaro non dorme mai
"What is the definition of insanity? Doing the same thing again and again and expecting a different result. "