Partirei con un'avvertenza: tra le nove Muse, quella della danza è decisamente quella che mi parla meno. Poi il balletto non ne parliamo proprio. E' proprio una questione di linguaggio, di mancanza di strumenti di decodifica, non capisco i movimenti e non ne afferro la bellezza. Nè ho alcuna intenzione di impegnarmi a farlo.
Il Cigno Nero però non è un film sul balletto (sai che palle!!). Quindi forse a scrivere due cose sensate ci riesco lo stesso: Il Cigno Nero è un film sull'illusione della perfezione, sull'ossessione per un risultato che diventa l'ostacolo per il raggiungimento del risultato stesso: un serpente velenosissimo che si morde la coda, senza possibilità di uscita che non sia autodistruttiva. Il Cigno Nero parla del Lato Oscuro quasi meglio di Yoda: come il maestro Jedi ci avverte che per diventare cavalieri Jedi, dovremo averne paura, affrontarlo, ma non cedere mai al suo richiamo senza ritorno.
Aronofsky è un novello Milos Forman per la sua attenzione alle derive psicologiche ed al rapporto tra genio, follia ed ossessione, già esplorato nelle altre sue opere. Ne Il Cigno Nero questa attenzione si trasforma in scelta estetica: la grana della fotografia, la macchina in spalla, l'insistenza sulla fragilità fisica (muscoli, tendini, unghie) e psicologica dei ballerini da contrapporre alla sicurezza ed alla forza delle loro esibizioni, le riprese sempre alle spalle della protagonista, il gioco continuo di specchi - reale e metaforico: alla fine realtà ed illusione si sono confuse al punto che il crescendo di ansia non si spegne con i titoli di coda, ma resta dentro. E' questo che fa di un film un grande film. Nonostante il balletto.
Natalie Portman alla prova più intensa della sua carriera è messa di fronte ad un personaggio che chissà quanto le ha ricordato se stessa: praticamente perfetta dal punto di vista tecnico, ma sensuale come un comò. E' bravissima, intendiamoci: merita tutti i premi che ha preso e prenderà, ma non ho potuto fare a meno di pensare che raramente "scompare" nei suoi personaggi, a causa forse di una certa meccanicità di fondo. Mila Kunis ne è il doppio perfetto, anche se la sua presenza è molto sacrificata in termini quantitativi ed il suo personaggio non è poi così sviluppato (più efficace Winona Ryder, nonostante le poche scene).
Darren Aronofsky girerà il prossimo Wolverine. C'è qualche remota, remota chance che anche la Marvel tiri fuori finalmente un film decente. Nel frattempo, recupero The Wrestler.
Nessun commento:
Posta un commento