
giovedì 30 dicembre 2010
Remake

Not In Kansas Awards 2010: IL MEGLIO
Ed ecco il listone degli imperdibili 2010:
12. People vs. George Lucas di Alexandre O. Philippe
Per nerd e fan, decisamente. Ma non solo: lo strano destino di George Lucas è lo spunto per una riflessione sul rapporto tra l'artista, l'opera, la cultura ed il pubblico. Che la Forza sia con voi.
11. Scott Pilgrim vs. The World di Edgar Wright
Condannato ad una programmazione infausta a Roma, ma apprezzatissimo dalla critica internazionale, è l'apologia del nerd, il Matrix degli otto bit. E che musica.
10. American Life di Sam Mendes
Tutta la grandezza di un cinema autentico, esattamente quello che l'Italia fatica tantissimo a produrre, persa dietro a macchiette e stereotipi sociali e culturali. Mendes ci sbatte in faccia una realtà durissima, ma che fa anche ridere.
9. Draquila di Sabina Guzzanti
Messa da parte la satira per cause di forza maggiore, Sabina Guzzanti fotografa la reale situazione dei terremotati abruzzesi. Trasmette una rabbia rara.
8. Departures di Yojiro Takita
Il film più delicato dell'anno arriva dal Giappone, terra fertile che sa rielaborare tutti i generi assorbendoli nel proprio humus e facendoli rifiorire. Departures però poteva essere concepito solo laggiù, dove la ritualità di certe usanze ed il rapporto con la morte sono così distanti da quelli a cui siamo abituati. Forse per questo motivo è facile sentirsi profondamente toccati da questo film.
7. Il concerto di Radu Mihaileanu
Una commedia gitana con un finale da fermare il cuore, sulla musica di Tchaikovskij. Bello per tutto: per la musica classica che non si sente spesso, per l'accozzaglia di personaggi bislacchi dell'orchestra, per la sintesi perfetta tra autenticità e fiction.
6. Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson
Wes Anderson riadatta alla sua maniera la storia del Signor Volpe di Roald Dahl, con la complicità di George Clooney e Meryl Streep. In stop motion, nell'era della CG. Da applausi.
5. L'illusionista di Sylvain Chomet
Un film di animazione praticamente muto su un anziano illusionista che incontra una ragazza. Il tramonto di un'epoca visto dal basso e dal punto di vista dei perdenti. Geniale e commovente, ma per Chomet sarebbe stato strano il contrario.
4. Toy Story 3 di Lee Unkrich
Mi sento di spararla grossa: si gioca la palma di miglior sequel della storia con Il Padrino parte II e L'Impero Colpisce Ancora. Se i sequel fossero tutti così giusti, non ci sarebbe bisogno di idee nuove. La Pixar è un mondo a parte, non c'è che dire.
3. Las Buenas Hierbas di Maria Novaro
Il film più commovente dell'anno non è ancora uscito in sala, ma chi come me l'ha visto al Festival di Roma non può non esserne rimasto colpito. Una storia tragica e commovente, una riflessione sul rapporto tra coscienza, memoria e morte che sfida qualunque credenza senza metterne in ridicolo nessuna. Bellissimo.
2. Inception di Christopher Nolan
Primo: è un blockbuster ma ha un soggetto originale (no sequel, no remake, no franchising, no ganci per seguiti vari). Secondo: Christopher Nolan, che non è secondo a nessuno. Terzo: non basta vederlo una volta, forse neanche due, e tanto basta. Questo è il film che ha alzato il livello di aspettattiva, altro che i puffi dopati di Cameron.
1. Shutter Island di Martin Scorsese
Grandissimo Martin Scorsese, in piena forma, altrettanto Leo Di Caprio e Mark Ruffalo. Il film dell'anno per potenza registica e tensione, pari a Inception, per alcuni versi simile, per altri diversissimo. Così tanto coinvolgente grazie alla regia che i colpi di scena della trama passano quasi in secondo piano. Anche questo, da vedere e rivedere.
Neanche un film italiano nel meglio di quest'anno, a parte Draquila. Forse, La Prima Cosa Bella di Paolo Virzì è il film italiano migliore che ho visto quest'anno, insieme a Mine Vaganti. Ma è comunque roba vecchia, commedie ben riuscite, un paio di gradini sopra a Benvenuti al Sud e Basilicata Coast to Coast. Poi?
Fanno storia a sè La Pecora Nera di Ascanio Celestini (interessante e commovente, anche se inferiore al monologo omonimo) e Draquila di Sabina Guzzanti, instant movie sulla tragedia del terremoto. Se i lavori più originali vengono da artisti più legati ad altre forme di spettacolo, mentre gli altri navigano a vista cercando solo un buon soggetto per l'ennesima commedia o puntando tutto sull'interpretazione dell'attore principale (Gorbaciof, con Toni Servillo), sarà difficile uscire da questa impasse. Nel 2011 torna Moretti, finalmente. Nanni, ci meritiamo Alberto Sordi, ma abbi pietà almeno tu.
mercoledì 29 dicembre 2010
Not In Kansas Awards 2010: IL PEGGIO
9) Fuori Controllo di Martin Campbell
Uno dei peggiori film che ho visto negli ultimi 29 anni. Brutto quasi quanto Un Alibi Perfetto con Michael Douglas dell'anno scorso...va bene che da brutti film nascono recensioni divertenti, però c'è un limite a tutto...
8) Nine di Rob Marshall
Cast stellare e due palle così. Il tipo di musical che proprio non mi va giù, con un sacco di attori italiani a fare particine squallide di contorno.
7) Brotherhood di Nicolo Donato
Quattro barzotti per un danese. Nazisti. Gay.
6) Dog Sweat di Hossein Keshavarz
Di certo non ha sudato lo sceneggiatore, che però è un cane. In Iran i giovani vivono normalmente. A parte che non ci credo, comunque STI GRANDISSIMI CAZZI: se non succede niente, che c'è da raccontare?
5) I want to be a soldier di Christian Molina
Valeria Marini. Recita. In INGLESE. Però il bambino che le dice "non sembri una maestra, sembri una troia" vale lo strazio del film ( o quasi).
4) L'uomo nell'ombra di Roman Polanski
Ammetto che questo forse non l'ho capito io, viste le critiche entusiastiche di mezzo mondo. Però obiettivamente la storia non sta in piedi.
3) Somewhere di Sofia Coppola
Film ad uso e consumo delle superstar di Hollywood stressate e depresse per il troppo benessere. Sofia, hai rotto le palle. Ma veramente.
2) Indovina chi sposa Sally di Stephen Burke
Pessimo esempio di contaminazione di comicità americana ed inglese, non si ride mai. E Sally Hawkins è insopportabile.
1) Avatar di James Cameron
Riporto integralmente la mia recensione: che cazzata.
Non è cinema, è uno spot alla tecnologia. Si vede meglio su un bel monitor full HD che al cinema, ma non c'è sostanza comunque. James Cameron è George Lucas senza idee.
The Winner is....
0) il 3D Un anno di film pietosi, emicranie, prezzi maggiorati e colori alterati, e neanche un film che ne abbia giovato. Speriamo passi in fretta questa moda...Per Ritorno al Futuro c'era la coda al cinema, a qualcuno sarà venuto in mente che forse un buon film è meglio?
CATEGORIA DELUSIONE dell'anno, ecco i vincitori:
Rispetto ad altri film di Luchetti, mi è sembrato meno sincero ed efficace. Ma sono gusti. Poi Germano ha un po' rotto.
CATEGORIA PEGGIOR ADATTAMENTO DI TITOLO
Per questa categoria entrano necessariamente in gioco anche film che non ho visto, ma di cui ho potuto disprezzare il titolo. Sicuramente qualcosa mi è sfuggito o il mio cervello lo ha rimosso per decenza.
La nuova moda degli adattatori di titoli, dopo le ipotetiche (Se mi lasci ti sposo, Se scappi ti sposo, Se mi sposi ti sposo eccetera): cambiare il titolo ma lasciarlo in americano. Perchè è più cool e produce un income di revenues maggiore del target. Provinciali.
4) Indovina chi sposa Sally (Happy Ever Afters)
Già il film fa cagare (o cacare, tanto fa schifo sia a Roma che a Milano), poi si sono inventati questo misto pessimo che ricorda Indovina chi viene a cena, Harry ti presento Sally, ma che rientra nella consueta prassi A) di rivolgersi allo spettatore, B) di coniugare nel titolo il verbo sposare. Con l'aggravante che Sally NON è un personaggio, bensì il nome dell'attrice.
3) Piacere sono un po' incinta (The Back-Up Plan)
Scelgo questo in rappresentanza di tutte quelle commedie romantiche stantìe come il pandoro di Guido che dal 2006 è nella credenza di casa, che si distinguono, in originale, solo per l'atroce attrice protagonista ed il titolo. Che in Italia inevitabilmente diventa uguale per tutte. Così dopo un po' di tempo non ricordi più se è a Jennifer Aniston che sono cresciuti i baffi o a Jennifer Lopez che è cresciuto il naso.
2) Un weekend da Bamboccioni (Grown-Ups)
Ma fra venti anni, quando - sperabilmente - il ministro Brunetta e Padoa Schioppa saranno solo un vecchio ricordo sbiadito, chi saprà spiegare questo titolo? Probabilmente non ce ne sarà bisogno, visto che non credo sia un capolavoro, ma solo l'ennesimo esempio di autoerotismo cinematografico di Adam Sandler. Comunque, pessimo titolo.
1) We want sex (Made in Dagenham)
Questo vince a mani basse: non solo SEX è scritto a caratteri cubitali sulla locandina, tanto da far pensare a quantità di amplessi degne di un porno, ma ricade anche nella categoria della traduzione in un'altra frase inglese. Inoltre, è un raggiro bello e buono: il film parla della battaglia delle lavoratrici per la SEX EQUALITY, da cui lo slogan We Want Sex Equality, da cui il titolo italiano, che dimentica furbescamente la parola chiave. Comunque, chi si lascia infinocchiare se lo merita.
La cosa peggiore vista al cinema, anche quest'anno, resta la gente, dalle cassiere agli spettatori. Così maleducati, così soprendentemente imbarazzanti da far impallidire qualunque sceneggiatura e qualunque effetto speciale. E purtroppo, sono in 3D (4, considerando gli odori...). C'è di che vergognarsi, stiamo diventando un popolo da terzo mondo.
A presto con il meglio del meglio del meglio........
Quale gobba?
martedì 28 dicembre 2010
See Mike Draw e il 3D






