lunedì 30 agosto 2010

Shrek e vissero felici e contenti

Shrek è frustrato dalla vita familiare e rimpiange quando era un temutissimo orco. Io sono frustrato da Shrek e rimpiango quando era un bellissimo film. Ognuno ha i suoi problemi. Dopo il pessimo terzo episodio – che tutti hanno rimosso, inclusi gli sceneggiatori, dal momento che dei personaggi introdotti non se ne vede nessuno, Shrek arriva a questo “capitolo finale” senza troppa convinzione. Visto che a portare avanti la storia evidentemente non sono capaci (vedi appunto Shrek Terzo), si torna indietro: lo scellerato accordo tra Shrek e Tremotino trasporta l’orco in un presente alternativo (“alternativo per me, per te, per Einstein, ma realtà per chiunque altro” …sì, in pratica è come Ritorno al Futuro II). Come tutte le realtà alternative che si rispettino, anche quella in cui si ritrova Shrek è peggiore di quella originale: Shrek non è mai nato, Fiona, liberatasi da sola dalla torre, è a capo di un esercito di orchi ribelli contro Tremotino che regna su Molto Molto Lontano e anche Ciuchino e Gatto non se la passano granchè. Se Shrek non rimetterà le cose a posto entro l’alba col solito “bacio di vero amore”, sarà “cancellato…dall’esistenza” (sì, in pratica come in Ritorno al Futuro I). Complessivamente, alla sufficienza Shrek stavolta ci arriva, perché, obiettivamente, in giro c’è di peggio e qualche bella intuizione resta, come la doppia citazione da Gli Intoccabili e Il Mago di Oz. Considerando però che la stessa citazione dal Mago di Oz era già stata fatta in Shrek 2 con Ciuchino, si arriva al cuore del problema. Non c’è niente di nuovo. Persino le premesse, ovvero la frustrazione di Shrek come capofamiglia, sono le stesse di Shrek Terzo. Convincono poco anche i nuovi orchi. Dov’erano in tutto questo tempo? E che fine hanno fatto gli altri personaggi nel presente alternativo? Lord Farquaad, Azzurro, la fata Madrina, le principesse…non era meglio utilizzare loro nell'esercito di Fiona, invece di introdurre personaggi nuovi del tutto inutili per poi abbandonarli dopo una mezz'ora?
Dieci anni fa Shrek è stato una rivoluzione, una satira mascherata da fiaba, un film adulto mascherato da film per bambini, una sfida commerciale alla Disney mascherata da presa in giro dei suoi topos narrativi e dei suoi miti intoccabili. Che resta di questa sfida, dopo dieci anni? La Dreamworks, artisticamente, mangia sempre la polvere della Pixar-Disney, ma in quanto ad incassi, si difende bene, per la gioia degli Happy Meal di tutto il mondo. Shrek però poteva aprire la strada a qualcosa di diverso che non solo non è stato, ma ha anche risucchiato lo stesso orco verde nel mare di mediocrità di Kung Fu Panda e Shark Tale. Shrek e vissero felici e contenti sconta inoltre lo stesso destino de il Padrino Parte III. Rispetto ad altri film dello stesso genere, fa un figurone, ma risulta meno soddisfacente di quanto dovrebbe proprio per il nome che si porta addosso. Come capitolo finale, serve più a Shrek (che non dovrebbe avere altri ripensamenti sulla sua felicità) che a noi, per nulla coinvolti emotivamente. Toy Story 3, che conclude in crescendo la saga della Pixar iniziata ben prima di Shrek sia da esempio alla Dreamworks: non sempre il terzo capitolo fa schifo, non sempre la conclusione deve essere forzata, anche con un concept vecchio di dieci anni si può inventare qualcosa di nuovo. Però nell’Happy Meal c’è Shrek, vuoi mettere.
Nota sul 3D: l'ho evitato. Tanto anche stavolta ci sono le solite sequenze in soggettiva ad alta velocità e poco altro.
Wiki:
Shrek (film, libro)

venerdì 27 agosto 2010

Indovina chi sposa Sally

La benevola (giuro) recensione di questo filmaccio è qui. Questi sono i cinque momenti del film in cui avrei voluto avere a disposizione o il teletrasporto o la pistola di Men In Black per creare amnesie. 1) L'ubriaca che malmena la suora scambiandola per Batman (vecchia come mia nonna di 93 anni ma non altrettanto divertente. La gag, non la suora.) 2) La lesbica davanti allo Spire di Dublino: "Non mi piacciono i cosi duri e lunghi" . Tipico esempio di british humor. 3) Una volta a caso tra tutte quelle in cui c'è sullo schermo la bambina petulante. 4) L'ennesima sequenza della donna allo specchio che si cambia e non le va mai bene niente, ovviamente il vestito peggiora sempre, generando un'ilarità che non vi sto a dire. 5) La scena dell'interrogatorio, uguale identico a quel numero da cabaret da animazione dei villaggi che ho visto in Abruzzo da piccolo. Solo che tradotto non ha neanche senso, visto che si basa sul suggerire le parole attraverso i gesti. E nel pressbook si paragonano ad A Qualcuno Piace Caldo. Roba da matti. Signor Scott, mi porti su. Grazie a http://www.filmscoop.it/.