“Non ho niente contro nazisti ed omosessuali purchè i due fenomeni non si presentino contemporaneamente”
Parafrasando questa celebre battuta di Corrado Guzzanti, si può riassumere Brotherhood, di Nicolo Donato. Ogni critico ha la sua nemesi: c’è quello che non capisce la fantascienza, quello che paragona qualunque cosa a Quarto Potere, anche i i film dei Vanzina e Toy Story, quello che non ama il 3D, quella che parla di tutto fuorché del film (sì, Morgoglione, ce l’ho con te). Io non capisco i film come Brotherhood. Perché mai nella vita si dovrebbe voler realizzare un film su due neonazisti danesi omosessuali? Cioè, ma chi se ne frega? Quando vedo film del genere, mi immagino sempre di chiedere all’autore il perché.
Quale miglior occasione, dunque, di quella di ieri sera all’Auditorium, dove la proiezione di
Brotherhood era impreziosita da un incontro con Donato. Al termine della proiezione, mi sono detto: << la prima domanda sarà sicuramente: “Perché hai fatto questo film?”, se risponde “In fondo, è solo una storia d’amore” me ne vado. >> Ho tre testimoni a confermare che le cose sono andate secondo tale previsione.
In realtà sono rimasto altri cinque minuti ma quando Donato ha pure detto che nessuno è davvero cattivo e che tutti hanno bisogno d’amore, non ce l’ho fatta più: che cos’è? Anche i nazisti piangono? Che dovrei fare? Commuovermi per questo amore contrastato tra due idioti picchiatori? Far generare al mio cervello una riflessione sull’emarginazione dei poveri sbandati danesi ed astrarre concetti universali sul bisogno di appartenenza e sulla miserrima condizione umana dilaniata tra essere e apparire? E poi perchè questi film mitteleuropei sembrano tutti girati con la macchina da presa dentro una scatola di corn flakes ed illuminati con la torcia elettrica in omaggio con i suddetti cereali?
Il passo successivo è stato immaginare la genesi del film: Nicolo Donato, dopo una sbronza danese, chiama il suo agente e gli fa:
“Klaas, ho un’idea fantastica, voglio rifare Giulietta e Romeo!”
“Nicolo, figlio mio, ma un’idea originale no? ”
“No ma questa è una versione attualizzata!”
“L’ha fatta Luhrman con Di Caprio, arrivi tardi”
“Sì ma questa è ambientata in Danimarca, come l’originale”
“Quello è Amleto”
“Ah vabbè, sempre Dante è, però è una versione gay”
“A parte che è Shakespeare, ma, ecco, già si può fare, magari ci rimettiamo Di Caprio”
“E i due sono neonazisti”
“Nicolo, stai prendendo le pillole che ti ha prescritto il dottore?”
“No ma ascolta, invece che Montecchi e Capuleti, mettiamo neonazisti e persone normali, e poi ho visto questo film fortissimo, “Harry ti Presento Sally”, dove loro due all’inizio si odiano, poi si piacciono, poi fanno sesso e c’è un grande imbarazzo, poi si separano ma alla fine restano insieme. Secondo me non l’ha visto nessuno, possiamo copiarlo”
“…geniale, sì, deve essere un film minore, poi voglio dire, ci mettiamo un paio di pestaggi neonazisti e abbiamo un film che razzola premi in giro per il mondo, così attuale e sensibile alle tematiche sociali attualmente in voga. Chiamami domani, va, che lo facciamo!”
Ecco. Poi non dite che non vi avevo avvertito.