Ora, sono sincero, non è che ricordi granchè di questo film (regista, montaggio, colonna sonora…mah??) . L’ho visto in aereo l’anno scorso, in lingua originale, su uno schermo minuscolo e credo anche di essermi abbioccato ogni tanto. Cosa che non depone a favore, visto che non mi addormento mai, soprattutto al cinema e in aereo.
Se non sbaglio, Sunshine Cleaning era il quarto (last but not least, comunque) di una deludente maratona aerea durante un volo Roma-Detroit che comprendeva Dragon Ball Evolution (voto 4) , Two Lovers (voto 6,5) e Last Chance Harvey (voto 5,5). Comunque, lo sconsiglio vivamente: due sorelle spiantate che aprono una ditta di pulizia delle scene dei delitti (sangue, letti con resti di putrefazione...immaginate tutte le gag legate a queste situazioni e avete visto mezzo film), ritrovano così il loro rapporto e danno un senso a questa vita che un senso non ce l’ha. E sai che novità.
Il cinema indipendente americano soffre degli stessi difetti del cinema mainstream: è costruito su stereotipi semplici e riconoscibili. Mentre per un cinema di cassetta questo potrebbe anche non essere un difetto, per il cinema (sedicente) indipendente, beh, è quanto di peggio ci possa essere. Non che Sunshine Cleaning sia tanto peggio di altri film (Little Miss Sunshine, Juno, Rachel sta per sposarsi, The Soloist ad esempio), solo che gira a vuoto dall’inizio alla fine, non comunica, non sorprende, non commuove. Lo specchio per le allodole è ovviamente la presenza delle due star all’epoca in rampa di lancio, Emily Blunt ed Amy Adams, carine carine che le prenderesti a sprangate. In Italia, ovviamente, si è atteso che le due prendessero parte a qualche film di cassetta prima di distribuire questa pellicola che dal trailer sembra una commedia. C’è ben poco da ridere, invece, perché la situazione che viene raccontata è drammatica e deprimente, una faccia del sogno americano in penombra che solitamente non viene esportata: la provincia a due chilometri di curve dalla vita in cui al massimo diventi l’amante del tuo ex del liceo.
L’ottimismo di prammatica che viene servito a fine film tanto per dare una conclusione positiva invece è l’ennesimo luogo comune che affossa definitivamente il film. Le formule matematiche funzionano sempre, il risultato è sempre quello atteso e così anche Sunshine Cleaning è esattamente quello che vuole essere. Ma a memoria d’uomo, un risultato atteso, una banale somma di semplici addendi, non ha mai emozionato nessuno.
Nessun commento:
Posta un commento