mercoledì 24 agosto 2011

Harry Potter e i doni della Morte (parte 2)


Riepilogo della parte 1: ammazza che palle. (ma ammazza pure Edvige, Dobby e Malocchio Moody).

Ammettiamolo: non se ne poteva più. OTTO film sulla stessa storia sono decisamente troppi; non è un caso se a otto ci arrivano solo alcune saghe porno di successo, che non si preoccupano affatto dell'originalità delle trame. Star Wars: sei. Indiana Jones: quattro. Pianeta delle scimmie: cinque (più un remake e un reboot). Scuola di Polizia: sei. E tutti hanno almeno un capitolo un po' deboluccio o tirato via.
Insomma, guardarsi questo finale di Harry Potter (sapendo già la fine, tra l'altro), era un puro esercizio di dolore. Infatti avevo rinunciato. Ma a Chicago l'unico IMAX in 3D della città dava solo questo e allora ci siamo andati, perchè volevo che Mary vedesse finalmente lo schermo gigante dell'IMAX. (e in effetti è l'unica cosa che ha visto, dato che si è abbioccata subito dopo i trailer).

Condizioni migliori per vedere questo HP dunque non ce n'erano: schermo IMAX, 3D (americano, che si vede e si apprezza), lingua originale, così David Radcliffe non ha quella odiosa voce nasale e lamentosa del doppiaggio italiano. In effetti, un po' le cose migliorano, ma non abbastanza per non annoiarsi o non pensare che tutte le scene più emozionanti del libro siano state tirate via per fare spazio a un po' di effetti speciali inutili. Si salvano la scena nella Gringott e - un pochino - la storia di Piton. Tutto il resto fa volume e rumore.
E Daniel Radcliffe, che era così caruccio e simpatico ai tempi del primo film, è diventato un nano antipatico e anche abbastanza cane a recitare, incapace di suscitare empatia (alzi la mano chi non ha tifato per Voldemort). Errore dovuto alla scelta di far crescere l'attore insieme al personaggio e puntare quindi su un undicenne sperando che non diventasse a vent'anni un nano antipatico e anche abbastanza cane a recitare. Otto film sono troppi anche per questo.

La storia dei Doni della Morte è affrettata e complicata già nel libro, figuriamoci nel film: si capisce poco e lo scontro decisivo finisce con il solito colpo di culo con il quale la "quattrocchia volante" (copyright "Lorenzo" Guzzanti) se la scampa da quando è nato. Si poteva far meglio, ma qui la colpa è della Rowling.

In definitiva, Harry Potter è un film che non passa la prova dello spettatore occasionale (a giudicare dal sonno profondo di Mary) e non passa neanche la prova di chi ha avidamente divorato i libri (cioè chi scrive). Quindi, cui prodest? (a parte la Warner che nuota nell'oro come zio Paperone grazie agli incassi, certo...)

Kung Fu Panda 2

Inner Peace? Inner Piece of what?”

Neanche per tutto l’oro del mondo, in Italia, sarei andato a vedere il sequel di Kung Fu Panda, che mi lasciò una pessima impressione, impostato com’era su gag banali e personaggi buoni solo per uscire da un Happy Meal. Mi sarei perso un ottimo film. La solitudine di una sera all’estero invece mi ha convinto a rischiare, persino in 3D. Non c’è niente da fare: il 3D in America si vede bene, si vede meglio, ha quasi (QUASI) senso. E costa anche meno, al cambio attuale. Ho sempre criticato duramente la DreamWorks per il loro spudorato approccio commerciale, che portava a film fatti di molta tecnica e pochissimo cuore.

Da Dragon Trainer in poi, però, il vento è cambiato: Kung Fu Panda 2 resta un prodotto essenzialmente destinato ad un target diverso da – ad esempio – Up, ma come film di puro intrattenimento si può solo applaudire ad un tale miglioramento rispetto al primo episodio. Po (Jack Black, bravissimo, altro che quella pippa di Fabio Volo) protegge la Cina in qualità di guerriero Dragone, mentre si allena per cercare la pace interiore e completare il suo addestramento di kung fu. Quando nella città di GongMen il malvagio pavone Shen torna a rivendicare a suon di cannonate il regno da cui era stato esiliato anni prima, Po e i cinque guerrieri devono affrontare un nemico che con la sua letale arma minaccia non solo la Cina, ma anche lo stesso significato del kung fu.
In ogni sequel che si rispetti, il percorso dell’eroe – dopo “la consapevolezza” acquisita nel primo capitolo – deve affrontare una battuta d’arresto, causata spesso dalla conoscenza di eventi del suo passato che mettono pericolosamente in discussione tutte le sue certezze. E’ il teorema Impero Colpisce Ancora: “I Am Your Father”, insomma. La storia di Shen è infatti direttamente collegata al tragico passato che Po deve ricordare ed affrontare (insomma, finalmente si capisce perchè suo padre è una papera).
Sono proprio la profondità della storia e i suoi aspetti più drammatici – la consulenza di Guillermo del Toro ha sicuramente giovato a tal proposito – a conferire una maturità diversa a Kung Fu Panda 2, che pur non rinunciando a gag divertentissime, le dosa meglio nella storia e le affianca ad un’ossatura narrativa più completa e soddisfacente anche per i maggiori di otto anni.

Storia a parte, quello che differenzia, in meglio, Kung Fu Panda 2 dal primo episodio è la regia, affidata a Jennifer Yuh: le scene di combattimento sono orchestrate in maniera intelligente e davvero spettacolare, con tante interessanti trovate visive, come la “visuale Pac-Man”, e creative, come i flashback disegnati a mano. C’è un perfetto equilibrio tra azione ed umorismo, i rapporti tra i personaggi sono approfonditi in maniera non banale, le ambientazioni sono curatissime, la battaglia finale riscatta pienamente l’anticlimax del primo episodio. La sensazione è che la presenza della Yuh abbia evitato che anche questo film sembrasse un enorme luogo comune sull’Asia e che lo spirito del film fosse più autentico, anche dal punto di vista estetico. Un difetto: forse il film si perde un po’ nella parte centrale, che poteva essere ridotta di qualche minuto. Ma forse è solo il fusorario che mi ha fregato.

Ora che c’è anche il cuore, oltre alla tecnica, l’inevitabile terzo capitolo (lanciato da un colpo di scena finale interessante) è più di un atto dovuto alle regole del mercato: è un film che non si vuole perdere.

lunedì 1 agosto 2011

Si vede dal trailer: speciale CHI L'HA VISTO

Poi ci sono quei film che vedi per caso, una volta, magari già iniziati, e ti prendono tantissimo sul momento, ti lasciano qualcosa, anche se non sono granchè. Poi li rimuovi, perchè scompaiono così come sono apparsi, su un canale secondario o anche su Sky, ma solo per qualche giorno e poi nulla. Poi ti ritornano in mente e allora vorresti rivederli. Ma come si chiamava? Ma ci sarà il dvd? E se c'è, dove lo trovo? E se non c'è, provo su eMule, ma se non lo trovo neanche là?

BARBARA di Angelo Orlando

Valerio Mastandrea e Marco Giallini legati ad un letto per tutto il film , in attesa della misteriosa Barbara che non arriva mai. In compenso passa un'umanità varia e surreale che fa di tutto, fuorchè slegarli....geniale. Non è il trailer, ma un breve estratto. Colonna sonora e cameo di Daniele Silvestri.



ORMAI E' FATTA di Enzo Monteleone

Accorsi, per una volta non intollerabile, e Solfrizzi in questa storia vera e bellissima del bandito genitluomo Horst Fantazzini e del suo drammatico tentativo di evasione. Cavolo questo l'avevo registrato però.



AUGURI PROFESSORE di Riccardo Milani

Commovente, acuto, divertente, sottovalutatissimo. Un ritratto perfetto della scuola italiana...questo in dvd c'è pure arrivato, ma per così poco tempo che neanche io sono riuscito a comprarlo e da allora vago per negozi e mercatini come un fantasma....
questo è un dei pezzi più riusciti (Silvio Orlando è un mito come sempre, nato per questo ruolo):



MATINEE di Joe Dante

Questo è così remoto nella mia memoria che nemmeno mi ricordo cosa succede....però era proprio carino.